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Asma e allergie respiratorie: sono un tic per il 15% dei bimbi

Pediatria Redazione DottNet | 22/10/2017 18:00

Si tratta di disturbi psicosomatici che finiscono al pronto soccorso

 Il respiro che si blocca in gola, oppure diventa difficoltoso e costringe a fare lunghi sospiri.    La tosse stizzosa che non passa, oppure gli starnuti a ripetizione, decine di volte al minuto, e che persistono tutto il santo giorno per cessare d'incanto all'addormentamento. Il bisogno insopprimibile di schiarirsi la gola, o di fare tanti profondi respiri uno dietro l'altro. Sono tutti sintomi che portano a credere che ci sia un'allergia respiratoria o un peggioramento dell'asma, soprattutto se a riferirli o un ragazzino che già si sapeva essere allergico o asmatico. Invece si tratta di disturbi respiratori disfunzionali, psicosomatici, o "somatoformi" come oggi più correttamente vengono definiti, e che ormai arrivano a colpire il 15% dei bimbi, soprattutto adolescenti. In pratica somatizzazioni di un disagio che il ragazzo manifesta con alterazioni del respiro, la tosse ostentata, o svariati movimenti ticcosi del naso.

Ne hanno discusso gli esperti in occasione del IV Forum della Società Italiana Medici Pediatri (SIMPe) e dell'Osservatorio Nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (Paidòss), a Bologna dal 19 al 21 ottobre, sottolineando come il fenomeno sia in crescita esponenziale. Riconoscere e intercettare tempestivamente un disturbo e fondamentale anche per impedire ripetute indagini diagnostiche e inutili e dannosi tentativi terapeutici; ma anche per interrompere l'inevitabile "doctor shopping" alla ricerca di una risposta e di un perché che la mancata definizione diagnostica inevitabilmente comporta.

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"Dieci, vent'anni capitava raramente vedere casi di disturbi respiratori funzionali, oggi nei pronto soccorso e perfino nei reparti è comune trovare bambini con disturbi su basa psico-comportamentale - spiega Giorgio Longo, pediatra allergologo dell'Istituto Burlo Garofolo di Trieste -. Parliamo del 15% dei casi. I più comuni sono la tosse persistente di tipo ticcoso, ma anche la sensazione di mancanza d'aria che si accompagna a iperventilazione, un problema che compare spesso in ragazzi dell'età adolescenziale, a partire dai 12-13 anni e con una frequenza doppia nelle ragazzine. Uno dei campanelli d'allarme tipici è la perdita dei giorni di scuola''. "Una diagnosi corretta oltre che per escludere una patologia organica e interrompere percorsi diagnostici e terapeutici - spiega Giuseppe Mele, presidente della Società Italiana di Medicina Pediatrica (SIMPE) - permette di tranquillizzare i ragazzi e le loro famiglie, e questo, non serve dirlo, è il punto di partenza fondamentale per poter risalire e cercare di risolvere, i problemi che stanno alla base di queste condizioni". Conclude Longo: ''purtroppo sono il risultato dei nostri tempi: abbiamo creato una generazione di bambini stressati, adolescenti che non hanno più punti di riferimento solidi nella scuola, nella famiglia, nella chiesa e che per questo sono molto fragili psicologicamente, al punto da ammalarsi di patologie psicosomatiche. Spesso questi disturbi sono la conseguenza di disagi familiari, per esempio un divorzio o abusi in famiglia, oppure il risultato dell'ansia di non riuscire a soddisfare le aspettative dei genitori, per esempio nello sport".

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